giovedì 16 gennaio 2014

Kafkas Prometheus

La roccia è stanca
dei colpi dell’aquila
che ogni notte per volere del dio
rode il fegato a Prometeo in catene.
La roccia conserva nel cuore
il dolore di quand’era Niobe
e vorrebbe aprirsi, per accogliere
nel suo abbraccio materno il Titano.

Nel dolore del becco uncinato
si imprime Prometeo
sempre più nella roccia, nel profondo
diviene una cosa sola con essa.
La roccia conserva nel cuore
il fossile del suo dolore -
inspiegabile come il dio,
come il ribelle Prometeo,
come l’aquila, come le catene…

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