Inarchi
ironico le sopracciglia
e
sparisci
in
una piega dello spaziotempo
dove
non ti raggiungono
telefonate
né messaggi
ma
solo i pappi dei pioppi
e
la pioggia perenne dei neutrini.
Mi
rifugio fra i righi
del
pentagramma
e
cerco la nota di Dio
o
– che è lo stesso – il bosone di Dio,
il
richiamo noto a te solo,
il
fischio che ti faccia ritornare.
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