Porto
gli stessi gioielli di sempre –
una
pelle fine d’alabastro
una
collana di montagne
occhi
profondi di malinconia
un
gorgo di sorrisi
e
d’ironia –
eppure
tu più non mi riconosci
come
figlia e mi esili
in
un limbo d’attesa e d’anemia.
Porto
gli stessi gioielli di sempre –
quelli
che tu mi hai donato
perché potessi andare per il mondo
e perdermi, ma sempre
ti ritrovassi –
perché potessi andare per il mondo
e perdermi, ma sempre
ti ritrovassi –
non
senti il tintinnio
della
spirale di DNA
che
forma anelli d’oro alle caviglie
tue
e mie? Tu, non mi riconosci?
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