Il
tuo primo regalo è stato il nome –
un
anagramma
tra
arabo ed ebraico
ch’era
tutt’un programma,
parlava
di una rocca tra montagne
e
insieme di pianure sconfinate,
mescolava
lingue con dotta ignoranza.
Il
tuo ultimo dono è stato un nome –
una
cascata di assonanze allitteranti
fragorosa
come acqua che cade
nell’abisso
del nontempo
e
del nonluogo.
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